Un diritto alla settimana: verso la Marcia per la Pace. Articolo 4
L’iniziativa Un diritto alla settimana è un modo per ricordarci che è sempre il momento giusto per parlare di diritti spettanti agli esseri umani in quanto tali: lo era ieri, lo è oggi e lo sarà domani, sperando che in un futuro non molto lontano se ne parli per celebrare la loro universalità riconosciuta e realmente garantita.
Eccoci all’Articolo 4 della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù;
la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Alcuni spunti di riflessione.
Nel 1850 una pubblicazione vigente negli stati secessionisti confederati d’America istruiva gli schiavisti su come produrre lo “schiavo ideale”, attraverso 5 regole:
- Mantenere una ferrea disciplina e una sottomissione incondizionata
- Instillare nello schiavo un senso personale di inferiorità
- Incutere timore nelle menti degli schiavi
- Istruire i servitori affinché prestino interesse agli affari del padrone
- Assicurarsi che gli schiavi fossero privi di cultura, di aiuto e fortemente dipendenti
Primo Levi, Così fu Auschwitz:
Pensate: non più di venti anni fa, e nel cuore di questa civile Europa, è stato sognato un sogno demenziale, quello di edificare un impero millenario su milioni di cadaveri e di schiavi. Il verbo è stato bandito per le piazze: pochissimi hanno rifiutato, e sono stati stroncati; tutti gli altri hanno acconsentito, parte con ribrezzo, parte con indifferenza, parte con entusiasmo. Non è stato solo un sogno: l’impero, un effimero impero, è stato edificato: i cadaveri e gli schiavi ci sono stati.
Amelya Boynton Robinson ricorda Rosa Parks:
Il primo dicembre 1955 Rosa Louise MaCauly sposata Parks, dopo una giornata di lavoro particolamente pesante, era lavorante sarta in un grande magazzino di Montgomery, la capitale dell’Alabama, e dopo una lunga attesa alla fermata dell’autobus e al freddo, salì sull’autobus, ed essendo esausta si mise a sedere in una delle file di mezzo (per i neri era riservata solamente la parte di dietro degli autobus). L’autobus continuò a caricare passeggeri finchè non fu pieno. Il conduttore del mezzo, vedendo un bianco in piedi, pretese che lei si alzasse e gli cedesse il posto. Rosa Parks si rifiutò e venne arrestata. Così cominciò la battaglia non violenta contro l’ingiustizia e la segregazione razziale. Se la Signora Parks fosse stata debole e avesse lasciato il suo posto, forse non ci sarebbe stata una Amelia Boynton Robinson, che venne picchiata e lasciata per morta sul ponte Edmund Pettus a Selma Alabama nella famosa “Domenica di Sangue” del 7 marzo 1965, o non ci sarebbe stato un Bruce Carver Boynton, il cui caso (Boynton vs lo Stato di Virginia) ruppe la segregazione nei trasporti inter-regionali.
Se Rosa Parks non fosse rimasta seduta fino a quando non venne allontanata a forza e portata in carcere, forse non ci sarebbe stato un Martin Luther King che scosse il mondo intero, accendendo una luce, una scintilla di coscienza, trasformando l’odio in amore e la violenza in non-violenza.
Roberto saviano a proposito dei fatti di Rosarno (2010):
Forma di schiavitù ripugnante è quella perpetrata dal ‘caporalato’ nei riguardi di contadini e operai provenienti da paesi poveri. E c’è la riduzione in “servitù”, se non la vogliamo chiamare “schiavitù”, di interi strati sociali ad opera di cosche mafiose, n’drangheta e camorra.